DROSERE SUBTROPICALI

Scheda di Coltivazione

 

Drosera venusta con preda

 

La maggior parte delle drosere che si trovano più comunemente in vendita appartengono alla categoria delle drosere subtropicali. Le più semplici da coltivare, nonchè le più diffuse, sono D. capensis, D. aliciae, D. spatulata, D. venusta.

In natura queste piante sono diffuse nelle torbiere acide e nelle zone paludose, con elevata umidità a livello del suolo. Crescono in aree aperte, prive di altre piante e quindi sempre esposte in pieno sole dall'alba al tramonto.

Le prede vengono catturate attraverso delle ghiandole a forma di capocchia di spillo in grado di secernere una sostanza collosa in grado di intrappolare gli insetti. Le prede vengono attirate dalle gocce di colla simili a rugiada o nettare, e finiscono per appiccicarsi ad esse. La pianta lentamente avvolge l'insetto piegando su di esso le ghiandole vicine, e spesso anche arrotolando l'intera foglia.

 

VASI

I vasi migliori sono quelli in plastica, possibilmente di colore chiaro. Si tratta di piante che nella maggior parte dei casi non diventano molto grandi e quindi saranno più che sufficienti vasi con un diametro di 10-12 centimetri. Alcune specie necessitano di un substrato molto drenante e gradiranno quindi vasi profondi e in terracotta.

 

SUBSTRATO: Il substrato classico per le drosere è torba acida di sfagno + perlite in proporzioni 1:1

La torba deve avere dei valori precisi:

PH: inferiore a 5

Materia organica: superiore a 90%

azoto: inferiore a 1%

La perlite non è obbligatoria ma può essere sostituita con sabbia di quarzo o ghiaino di quarzo, facilmente reperibili nei negozi di acquari. Le Drosere amano molto l’umidità, quindi la presenza di sfagno vivo in superficie è gradita ma non obbligatoria. Lo sfagno aiuta a mantenere alta l’umidità e a tenere lontane malattie come muffe e funghi. Alcune specie, come D. regia, preferiscono terreni più asciutti e privi di ristagni: apprezzeranno quindi un substrato con sabbia di quarzo, perlite e torba in parti uguali, senza sfagno in superficie.

Particolare delle ghiandole di D. regia

 

ACQUA

L'acqua deve avere un residuo fisso inferiore 50. Va bene l'acqua demineralizzata, l'acqua da osmosi inversa (acquistabile nei negozi di acquari), l'acqua piovana o anche l'acqua oligominerale. Anche l'acqua dei deumidificatori può andare bene ma prima bisogna accertarsi che dalle linguette di condensazione non vengano rilasciati pericolosi sali di metalli (come solfato di rame).

Acque più pesanti causano un innalzamento del ph della torba con conseguente proliferazione batterica e un aumento dell'azoto. Questo, sommato al cloro presente nell'acqua di rubinetto, con il tempo causa danni gravissimi alla pianta che possono concludersi con la morte.

Per la maggior parte delle specie di drosere subtropicali, è importante tenere sempre almeno due dita di acqua nel sottovaso, in modo che il substrato rimanga sempre ben umido. Altre specie, come D. regia, spesso preferiscono terreni più asciutti. In inverno si può ridurre l'apporto idrico, in modo tale da prevenire eventuali attacchi fungini, ma stando attenti a mantenere sempre il substrato ben umido. 


Drosera spatulata 'Lovellae' 

 

RINVASO

Il rinvaso può essere fatto in qualunque periodo ma in genere è da preferire la tarda primavera poichè, con le temperature non eccessivamente torride, la pianta si riprende meglio. Il rinvaso va fatto normalmente quando annusando il fondo del vaso si sente cattivo odore (simile a uovo marcio) o quando ci sono malattie, muffe, parassiti o altri problemi che compromettano la salute della pianta. Le radici delle drosere subtropicali sono molto spesse, nere e carnose. Se durante il rinvaso una radice si spezza, è possibile tentare una talea radicale. Molte specie di drosere sia subtropicali che tropicali, tendono a propagarsi molto rapidamente producendo molte radici superficiali da cui spuntano nuovi getti radicali. Per queste specie un vaso di dimensioni adeguate permette alla pianta di riprodursi da sè.

 

TEMPERATURE

Le drosere subtropicali amano temperature comprese tra i 5 gradi di minima in inverno e i 35 gradi di massima d’estate. E’ meglio evitare le gelate perchè le piante rischiano di perdere la parte aerea e non sempre riescono a rispuntare dalle radici.

Durante l'inverno le piante possono essere coltivate in serra o meglio ancora in terrario. La coltivazione in casa risulta la più difficile, in questo caso bisogna sistemare le piante davanti ad una finestra a sud, illuminata dal sole per più tempo possibile. Se le piante non hanno abbastanza luce produrranno foglie prive di colla, verde scuro e filanti.

 

Fiore di Drosera spatulata

 

LUCE

Per avere delle piante belle colorate e con molta colla, è necessaria luce solare diretta per quasi tutto il giorno. In condizioni di scarsa luce la pianta produrrà foglie filanti, senza colla e verde scuro, diventando particolarmente soggetta a malattie come la botrite. Se le drosere sono coltivate in un logo chiuso, come un terrario, bisogna fare attenzione che la luce sia sufficiente poichè l'aria stagnante in condizioni di elevata umidità può portare all'insorgenza di muffe e funghi.

 

RIPRODUZIONE

Le drosere sono nella stragrande maggioranza dei casi autoimpollinanti e autofertili, quindi ogni fiore produce sempre semi in abbondanza che germinano rapidamente e senza difficoltà una volta sparsi sulla superficie del terreno, ovviamente senza coprirli e senza bisogno di stratificazione. La crescita delle plantule è molto rapida e quindi la semina delle drosere è un ottimo metodo per riprodurle.

 

Seedlings di D. regia

 

Anche la riproduzione per talea fogliare o radicale è semplice e rapida.

Talea fogliare: per ottenere una talea fogliare sarà sufficiente staccare una foglia, in particolare la parte in cui sono presenti le ghiandole che secernono la colla. Il tessuto predisposto a generare nuove piante si trova infatti alla base di ogni tentacolo, anche se ci sono stati casi in cui la nuova pianta si è formata nell'area del picciolo. Dopo aver staccato la foglia, la quale deve essere giovane e sana, si deve lavarla accuratamente da eventuali insetti morti o sporcizia usando acqua osmotica o piovana. Dopodichè si stenderà la foglia orizzontalmente in un tappeto di sfagno vegetante molto umido. E' importante che la foglia sia a contatto con lo sfagno per tutta la sua lunghezza, ma non deve esserne ricoperta. Il tutto va posizionato in pieno sole. Le plantule dovrebbero spuntare nel giro di uno o due mesi.

Talea fogliare su torba di Drosera capensis

 

Talea radicale: le drosere subtropicali producono radici carnose e spesse, le quali fungono da riserva nutritiva e permettono alla pianta di ripartire nel caso le condizioni avverse climatiche avessero ucciso la parte aerea. Si tratta quindi di un sistema rapido e praticamente infallibile di ottenere nuove piante. Basterà quindi svasare una drosera adulta e sana, staccare una radice viva (le radici vive sono nere all'esterno ma bianche all'interno) e disporla orizzontalmente sotto a qualche millimetro di torba o meglio  sfagno vivo. E' importante lasciare alcune parti della radice scoperta e alla luce, in modo da stimolarla a produrre un nuovo punto di crescita. Nel giro di poche settimane dovrebbero spuntare nuove piante.

 


 

DROSERE DEL QUEENSLAND

Scheda di Coltivazione

 

Le drosere del Queensland sono solamente tre specie e provengono dalle foreste dell’Australia del nord, in cui il clima è strettamente tropicale. vivono in una zona forestale, in cui sono sempre ombreggiate da altre piante e raramente vengono colpite dalla luce solare diretta. Le drosere del Queensland sono D. adelae, D. prolifera e D. schizandra.

 

 

VASI

I vasi migliori sono quelli in plastica, di qualsiasi colore. Perfette sono le ciotole basse e larghe poichè queste piante tendono a propagarsi rapidamente attraverso getti radicali e hanno bisogno di un’ampia superficie in cui sia mantenuta un’alta umidità. Inoltre le ciotole basse permettono alle piante di pescare più facilmente l’acqua dal sottovaso.

 

SUBSTRATO

Il substrato classico per le drosere del Queensland è torba acida di sfagno + perlite in proporzioni 1:1 per la metà inferiore del vaso e sfagno vivo per la metà superiore.

La torba deve avere dei valori precisi:

PH: inferiore a 5

Materia organica: superiore a 90%

azoto: inferiore a 1%

La perlite non è obbligatoria ma può essere sostituita con sabbia di quarzo o ghiaino di quarzo, facilmente reperibili nei negozi di acquari.

Lo sfagno è obbligatorio per la coltivazione di prolifera e schizandra mentre la adelae può adattarsi anche alla sola torba e perlite.

 

ACQUA

L'acqua deve avere un residuo fisso inferiore 50. Va bene l'acqua demineralizzata, l'acqua da osmosi inversa (acquistabile nei negozi di acquari), l'acqua piovana o anche l'acqua oligominerale. Anche l'acqua dei deumidificatori può andare bene ma prima bisogna accertarsi che dalle linguette di condensazione non vengano rilasciati pericolosi sali di metalli (come solfato di rame).

Acque più pesanti causano un innalzamento del ph della torba con conseguente proliferazione batterica e un aumento dell'azoto. Questo, sommato al cloro presente nell'acqua di rubinetto, con il tempo causa danni gravissimi alla pianta che possono concludersi con la morte.

E’ importante tenere sempre almeno due dita di acqua nel sottovaso e, se necessario, vaporizzare le piante di tanto in tanto.

 

RINVASO

Il rinvaso può essere fatto in qualunque periodo ma in genere è da preferire l’inverno o la primavera poichè, con le temperature non eccessivamente torride, la pianta si riprende meglio. Il rinvaso va fatto normalmente quando annusando il fondo del vaso si sente cattivo odore o quando ci sono malattie, muffe, parassiti o altri problemi che compromettano la salute della pianta.

 

TEMPERATURE

Le temperature per le drosere del Queensland non devono mai scendere sotto i 15 gradi e il tetto massimo da non superare si aggira intorno ai 30 gradi. In inverno queste piante vanno mantenute in terrario sotto una buona illuminazione a neon o alogena, in un ambiente con alto tasso di umidità. Consiglio di tenere queste piante in terrario per tutto l’anno poichè si adattano male ai cambiamenti e un eventuale trasloco dall’interno all’esterno potrebbe essere un grosso problema per la pianta. La Drosera adelae è la specie che meglio tollera le basse temperature, arrivando a sopportare anche i 10°C. Drosera prolifera può sopportare brevi periodi a 10°C soffrendo molto. Drosera schizandra invece è la pianta meno tollerante verso le basse temperature.

 

LUCE

Se coltivate in terrario, queste piante necessitano di una quantità molto abbondante di luce artificiale. All’esterno invece queste drosere non devono assolutamente essere tenute alla luce diretta del sole bensì in un luogo ombreggiato con luce diffusa. Bisogna però fare attenzione e controllare che non soffrano la scarsità di luce, per cui è importante trovare la giusta collocazione in modo da fornire alla pianta l'illuminazione ideale.

 

Fiore di D. prolifera: se interrato dà origine a una nuova pianta

 

RIPRODUZIONE

Le drosere del Queensland si riproducono bene per talea fogliare e talea radicale (vedi drosere subtropicali). La adelae e la schizandra si propagano facilmente anche da sole, emettendo nuovi getti dalle radici. La prolifera invece si propaga ricoprendo di sfagno i suoi numerosi steli floreali. Questi si comporteranno come un vero e proprio stolone, producendo una plantula all’apice che nel giro di poco tempo svilupperà delle radici proprie e potrà così essere separata dalla madre.

 


 

 DROSERE TEMPERATE

Scheda di Coltivazione

 


Particolare di Drosera rotundifolia

  

Le drosere temperate vivono in aree in cui si alternano una stagione calda in cui vegetano e una stagione più o meno fredda in cui entrano in dormienza.  Si distinguono dalle altre drosere perchè necessitano di un periodo di riposo invernale, in cui formano una particolare struttura chiamata ibernacolo al centro della rosetta, e perdono tutta la restante parte aerea. Sono piante che vivono solitamente nelle sfagnere acide, in montagna e che amano inverni freddi ed estati miti ma mai troppo calde.

Queste drosere sono presenti anche in italia come ad esempio D. rotundifolia, D. intermedia e D. anglica.

Alcune drosere come D. binata non formano veri e propri ibernacoli e possono saltare il riposo invernale. Altre come D. stenopetala e D. arcturi vivono in altissima montagna e hanno bisogno di grandi sbalzi termici tra giorno e notte e risultano quasi impossibili da coltivare senza appositi terrari muniti di impianto di raffreddamento.

  

Drosera Stenopetala

 

VASI

Il vaso da preferire è la ciotola in plastica di colore chiaro o in terracotta (comprata nuova). Sono piante che amano avere le radici fresche e un livello idrico molto alto.

 

SUBSTRATO

Il substrato classico per le drosere temperate è torba acida di sfagno e perlite in proporzioni 1:1

La torba deve avere dei valori precisi:

PH: inferiore a 5

Materia organica: superiore a 90%

azoto: inferiore a 1%

La perlite può essere sostituita con ghiaino di quarzo o sabbia di quarzo, reperibili nei negozi di acquari. E’ caldamente consigliato l’uso di sfagno vivo in superficie per due motivi: innanzitutto tiene lontani i marciumi e altre malattie a cui queste piante sono particolarmente soggette soprattutto in inverno, inoltre queste piante soffrono molto il caldo estivo e lo sfagno vivo permette di mantenere un po’ più fresche le loro radici. Inoltre assicura sempre un'alta umidità intorno al rizoma.

 

Giovane Drosera intermedia

 

ACQUA

L'acqua deve avere un residuo fisso inferiore 50. Va bene l'acqua demineralizzata, l'acqua da osmosi inversa (acquistabile nei negozi di acquari), l'acqua piovana o anche l'acqua oligominerale. Anche l'acqua dei deumidificatori può andare bene ma prima bisogna accertarsi che dalle linguette di condensazione non vengano rilasciati pericolosi sali di metalli.

Acque più pesanti causano un innalzamento del ph della torba con conseguente proliferazione batterica e un aumento dell'azoto. Questo, sommato al cloro presente nell'acqua di rubinetto, con il tempo causa danni gravissimi alla pianta che possono concludersi con la morte.

Le Drosere temperate amano molto l’umidità e quindi un livello idrico elevato è particolarmente gradito. In inverno, durante il riposo, è meglio ridurre un po’ le innaffiature a causa della minore luce e del pericolo di muffe.

 

RINVASO

Il rinvaso completo va effettuato solo in caso di malattie o se la torba presente sul fondo del vaso puzza di uovo marcio. Se si deve solo mettere la pianta in un vaso più spazioso è meglio non disturbare le radici. Dopo un rinvasa la pianta perderà tutta la colla per qualche giorno, non c'è nulla da preoccuparsi: è normale. La colla tornerà un po' alla volta, anche se spesso bisognerà aspettare la nuova crescita di foglie per poter vedere la pianta al meglio.

 

Fiore di D. stenopetala

 

TEMPERATURE

Le temperature sono fondamentali per la coltivazione di queste piante. Ogni specie ha delle esigenze diverse: alcune vivono in zone in cui la temperatura non scende mai sotto i 5 gradi, altre specie passano l'inverno a -20. Generalizzando, tutte le specie gradiscono temperature estive massime di 25 gradi con una buona escursione termica tra giorno e notte, mentre in inverno consiglio di mantenere una temperatura compresa tra -5 gradi notturni e +5 gradi diurni. Alcune specie più comuni, come D. binata, D. filiformis, D. intermedia, sono molto resistenti e resistono senza problemi a temperature caldissime in estate e molto fredde in inverno.

Ibernacolo di D. filiformis

 

LUCE

Tutte le specie gradiscono il pieno sole, tenere le piante in un luogo ombreggiato causa perdita di colla e colore e comporta rischi di malattie. Alcune specie che non tollerano temperature estive troppo elevate e necessitano di forti escursioni termiche dovranno essere coltivate in un terrario fresco molto illuminato.

 

Stelo floreale di D. intermedia: da notare gli ovari, in basso, gonfi di semi

 

RIPRODUZIONE

Queste drosere si riproducono bene per talea fogliare e talea radicale (vedi drosere subtropicali). 

I semi sono facili da ottenere poichè le piante sono autoimpollinanti ed autofertili. Germinano facilmente, è però necessaria una stratificazione fredda tenendo il vasetto in cui si è seminato in frigo per almeno un mese o seminando a gennaio lasciando poi i vasi all’esterno in modo che la stratificazione avvenga in modo naturale.

 


 

 DROSERE TUBEROSE

Scheda di Coltivazione

 

 

Le Drosere tuberose vivono principalmente nell’Australia dell’Ovest e hanno la caratteristica di formare un tubero nel quale immagazzinano tutte le loro scorte mentre la parte aerea della pianta muore.

Queste meravigliose piante infatti vivono in luoghi in cui d’estate il clima è desertico e rovente, e la vita per queste piante sarebbe impossibile. D’inverno invece inizia a piovere e la zona di fatto diventa molto umida e fresca, a volte allagata. Queste piante quindi hanno dovuto inventare un sistema per sopravvivere durante la torrida stagione estiva e hanno trovato nella produzione di tuberi sotterranei la soluzione. Gli inverni piovosi e miti diventano poi il clima ideale per la crescita delle piante carnivore.

Le drosere tuberose sono principalmente di due tipi: il primo produce una rosetta piatta adagiata sul terreno (D. tubaestylis ad esempio) mentre il secondo tipo produce un lungo stelo eretto, e utilizza la colla delle proprie trappole, oltre che per catturare insetti, anche per ancorarsi alle altre erbe e arrampicarsi. I fiori di queste piante sono di colore rosa, bianco o giallo e spesso profumano intensamente di miele.

 

VASI

I vasi migliori sono quelli in plastica, di qualsiasi colore. Devono essere molto alti poichè queste piante formano i tuberi in profondità e se vengono a contatto con il fondo del vaso rischiano di marcire.

 

Drosera subhirtella

 

SUBSTRATO

Il substrato classico per le Drosere tuberose è torba acida di sfagno 30% e ghiaino di quarzo 70%

La torba deve avere dei valori precisi:

PH: inferiore a 5

Materia organica: superiore a 90%

azoto: inferiore a 1%

Il ghiaino di quarzo deve avere una granulometria compresa tra 2 e 5 millimetri. E' preferibile acquistarlo bianco o nero, assicurandosi che non siano state usate vernici o altre sostanze chimiche per colorarlo. Non usate ghiaino multicolore o diventerebbe difficile riuscire a vedere e recuperare i tuberi, spesso molto piccoli, di queste drosere.

 

ACQUA

L'acqua deve avere un residuo fisso inferiore 50. Va bene l'acqua demineralizzata, l'acqua da osmosi inversa (acquistabile nei negozi di acquari), l'acqua piovana o anche l'acqua oligominerale. Anche l'acqua dei deumidificatori può andare bene ma prima bisogna accertarsi che dalle linguette di condensazione non vengano rilasciati pericolosi sali di metalli (come solfato di rame).

Acque più pesanti causano un innalzamento del ph della torba con conseguente proliferazione batterica e un aumento dell'azoto. Questo, sommato al cloro presente nell'acqua di rubinetto, con il tempo causa danni gravissimi alla pianta che possono concludersi con la morte.

All’inizio dell’autunno, quando le temperature iniziano pian piano a scendere, si inizia ad innaffiare le piante dall’alto. Una volta idratato il substrato si può tenere sempre 2 cm di acqua nel sottovaso, lasciandolo asciugare prima di rabboccarlo con altra acqua. Nel giro di qualche settimana inizierà a spuntare il germoglio. La pianta crescerà durante tutto l’inverno, poi, in primavera, con l’innalzarsi delle temperature, inizierà pian pianto a perdere la colla fino ad annerire e seccare completamente.

A quel punto bisogna smettere di innaffiare e lasciare che il substrato si asciughi lentamente in modo naturale.

Se la pianta non è pronta ad andare in riposo, non forzatela! Alcune specie di drosere tuberose tendono a non entrare in riposo, in questo caso continuate a tenerle bagnate. Lasciate seccare il substrato solo quando la pianta è secca a sua volta, mai mentre la pianta sta vegetando.

Durante l’estate il substrato va tenuto secco. Una leggerissima vaporizzata in superficie ogni tanto può essere gradita. Per evitare un'eccessiva disidratazione dei tuberi, si può bagnare il substrato immergendo i vasi in acqua una volta ogni 2 o 3 settimane: si lasciano i vasi immersi completamente per 10 minuti e poi si lascia seccare nuovamente il substrato. A partire da settembre si ricomincia a bagnare le piante regolarmente fino alla germinazione.

 

RINVASO

Le Drosere tuberose non necessitano di rinvaso ma con il tempo i tuberi tendono a infossarsi sempre più fino a raggiungere il fondo del vaso. Per questo motivo una volta ogni 1 o 3 anni (dipende dalla specie) si deve provvedere a svuotare i vasi, raccogliere i tuberi e riportarli in superficie, a 3-4 cm sotto terra. Ovviamente questa operazione va fatta in piena estate, quando i tuberi sono nel pieno del loro riposo estivo.

Disturbare la pianta mentre è in vegetazione, o mentre sta andando in riposo può essere fatale!

 

TEMPERATURE

Le temperature ideali per la crescita sono intorno ai 10-15 gradi. Al di sopra dei 20 tendono ad andare in riposo. Anche se sono piante a crescita invernale non sopportano le gelate e sotto i 10 gradi la loro crescita risulta rallentata.

 

I tuberi sono di varie forme e colori

 

LUCE

Tutte le specie gradiscono il pieno sole, quindi non è possibile tenerle in casa. Bisogna esporre le piante a sud o tenerle in un terrario illuminato da abbondante luce artificiale.

 

RIPRODUZIONE

Il metodo più rapido per riprodurre le drosere tuberose è attendere che esse producano tuberi in esubero: con gli anni infatti, molte tuberose tendono a produrre più di un tubero quando vanno in riposo estivo.

Un altro sistema, abbastanza barbaro, consiste nel dividere un tubero a metà: mezzo tubero è comunque in grado di cicatrizzare e produrre una pianta, ma sarà più piccola e debole. Si tratta comunque di un metodo rischioso, perchè non sempre la pianta è in grado di riprendersi. 

La talea fogliare funziona con alcune specie: ho ottenuto una pianta in pochi mesi da una foglia di D. peltata  (vedi il metodo delle drosere subtropicali). 

 

Semi maturi di D. tubaestylis

 

Ottenere semi di tuberose è difficile perchè sono poche le specie autoimpollinanti e la maggioranza necessita di impollinazione incrociata tra piante geneticamente diverse. I semi poi sono spesso difficili da far germinare, necessitano di stratificazione a caldo o fumo di foglie di eucalipto, e possono impiegarci anche anni a nascere. E’ utile trattarli con acido giberellico per accorciare i tempi di germinazione.

La specie più facile da riprodurre da seme è D. peltata: questa pianta infatti è autofertile e autoimpollinante, e i semi si seminano subito e nascono tranquillamente senza alcuna stratificazione.

Plantule di D. tubaestylis appena nate. Da notare le foglie secche
di piante palustri bruciate e la cenere nera prodotta.

 

Ho avuto modo di riprodurre anche D. tubaestylis: possedendo piante geneticamente diverse è possibile avere successo nell'impollinazione. Anche ibridare specie compatibili, come D. graniticola X D. zigzagia permette di ottenere semi fertili.

Una volta ottenuti i semi, si possono mettere a bagno in una soluzione di acqua e acido giberellico: si tratta di un ormone vegetale che stimola la germinazione dei semi. In mancanza di questa sostanza, si può tentare una stratificazione calda: bisogna seminare su un vaso di terracotta riempito con un composto ben bagnato di torba e sabbia di quarzo 1:3, prendere delle foglie secche di piante palustri (meglio ancora di eucalipto), e bruciarle in modo da simulare un incendio. Questo procedimento stimolerà i semi a germinare: infatti in natura sono "programmati" per nascere solo dopo che il territorio è stato ripulito dalle erbe da un incendio, in modo da essere i primi a ricolonizzarlo con la certezza di non avere più piante in competizione per la luce solare.

Plantule di D. tubaestylis dopo un mese

 


 

 DROSERE PIGMEE

Scheda di Coltivazione

 

 

Le Drosere pigmee sono un gruppo di piccole drosere a crescita invernale presenti principalmente in Australia. Si chiamano così a causa delle loro dimensioni minute, e per questo sono considerate le drosere più piccole del mondo.

Vivono in terreni sabbiosi, spesso asciutti in superficie, e per questo hanno sviluppato delle sottili e lunghissime radici che servono per procurarsi l’acqua presente in profondità nel terreno. Alcune specie più impegnative necessitano di riposo estivo, con un periodo di siccità, altre amano avere sempre acqua a disposizione. La fioritura di queste piccole piante è spesso spettacolare: a volte i fiori sono più grandi dell’intera pianta. Ottenere dei semi è difficilissimo, in compenso queste piante hanno la capacità di produrre una moltitudine di gemme in grado di sviluppare una pianta adulta in pochissimi mesi.

 

VASI

I vasi migliori sono quelli in plastica, di qualsiasi colore. A causa delle lunghe radici, queste piante necessitano di vasi piuttosto alti. 

 

SUBSTRATO

Il substrato classico per le drosere pigmee è torba acida di sfagno + sabbia di quarzo in proporzioni 1:1

La torba deve avere dei valori precisi:

PH: inferiore a 5

Materia organica: superiore a 90%

azoto: inferiore a 1%

La sabbia può essere sostituita in parte con perlite. Il ghiaino di quarzo non è adatto a causa della granulometria elevata.

 

ACQUA

L'acqua deve avere un residuo fisso inferiore 50. Va bene l'acqua demineralizzata, l'acqua da osmosi inversa (acquistabile nei negozi di acquari), l'acqua piovana o anche l'acqua oligominerale. Anche l'acqua dei deumidificatori può andare bene ma prima bisogna accertarsi che dalle linguette di condensazione non vengano rilasciati pericolosi sali di metalli.

Acque più pesanti causano un innalzamento del ph della torba con conseguente proliferazione batterica e un aumento dell'azoto. Questo, sommato al cloro presente nell'acqua di rubinetto, con il tempo causa danni gravissimi alla pianta che possono concludersi con la morte.

D’estate, in natura, le drosere pigmee vanno in riposo estivo. Alcune specie più semplici possono saltare il riposo ma altre più rare e delicate come la drosera citrina esigono la riproduzione delle condizioni naturali anche in coltivazione. Si procederà quindi alla riduzione graduale dell’apporto idrico durante i mesi più caldi dell’estate, facendo attenzione che il composto non secchi completamente in profondità.

Un’elevata umidità atmosferica non è necessaria per queste piante, anzi, è meglio mantenere una buona circolazione dell’aria per prevenire marciumi e muffe. E' meglio evitare eccessivi ristagni e per le piante adulte si può far asciugare il sottovaso prima di rabboccare nuovamente con acqua.

 

RINVASO

Le Drosere pigmee non vanno rinvasate poichè le loro radici sono lunghe, sottilissime e molto delicate. Se vengono danneggiante la pianta solitamente muore. Se è proprio necessario cambiare vaso, è meglio tenere sempre intero il panetto di terra.

 

TEMPERATURE

Le temperature ideali vanno dai 5 gradi di minima invernale ai 35 gradi di massima estiva. Le specie più robuste possono sopportare temperture più alte o più basse.

 

LUCE

Tutte le specie necessitano di pieno sole, quindi è sconsigliato tenerle in casa o in un terrario scarsamente illuminato. L’ideale è tenerle all’aperto alla luce solare diretta per tutto l’anno. Se le temperature invernali si avvicinano troppo allo zero bisogna ripararle in serra fredda o in un luogo ben illuminato in cui la temperatura rimane intorno ai 5 – 10 gradi

gemme in schiusa

 

RIPRODUZIONE

I semi sono difficili da germinare, ma si può tentare seminando a primavera in un composto di sabbia e torba tenuto in un luogo fresco e luminoso.

Più semplice è la riproduzione tramite gemma: le Drosere pigmee in inverno producono molte gemme al centro della rosetta. Queste possono venire raccolte e sparse nello stesso composto delle piante adulte. Le gemme germineranno nel giro di pochissimi giorni, dando vita a piante che diveranno adulte in pochi mesi. Le gemme rimangono vitali per poco tempo e quindi bisogna seminarle subito. Possono comunque essere conservate in frigo per qualche settimana.

Dopo la semina delle gemme è importante mantenere il substrato sempre molto umido, vaporizzando spesso fino a radicazione avvenuta.

Anche se non si ha intenzione di seminare le gemme è sempre meglio toglierle dalla pianta madre dopo che le ha prodotte, o rischiano di soffocarla o causare marciumi.

 


 

PETIOLARIS COMPLEX

Scheda di Coltivazione

a cura di Zanaga

 

 

Il complesso delle drosere petiolaris (drosere picciolate) è composto da 14 specie: una annuale (D. banksii) e 13 perenni (D. brevicornis, D. broomensis, D. caduca, D. darwinensis, D. derbyensis, D. dilatato-petiolaris, D. falconeri, D. fulva, D. kenneallyi, D. lanata, D. ordensis, D. paradoxa, D. petiolaris).

Le zone tropicali dell’Australia del nord dove le picciolate vivono, sono caratterizzate da estati calde e umide in cui le piante vegetano (dicembre-aprile) e da inverni comunque caldi e secchi (maggio-novembre) in cui vanno in riposo. Far rispettare questo ciclo anche in coltivazione non è per niente semplice.

Per quanto riguarda le diverse specie perenni, si possono dividere a grandi linee in 2 gruppi:

• quelle che durante il riposo formano una rosetta più o meno pelosa e compatta. Dovrebbe essere garantita per quelle in questo gruppo un po’ piu’ di umidità. Troviamo in questo gruppo: D. brevicornis, D. broomensis, D. darwinensis, D. derbyensis, D. fulva, D. lanata, D. ordensis.

• quelle che perdono completamente le loro foglie durante il riposo e formano una specie di “bulbo” (tipo quello della dionea). Dovrebbero essere tenute piu’ al secco rispetto a quelle del primo gruppo. Troviamo in questo gruppo D. caduca, D. falconeri, D. kenneallyi.

D. petiolaris e D. dilatato petiolaris hanno un comportamento a cavallo tra i due gruppi. D. paradoxa anche in natura rallenta la crescita ma non smette mai di vegetare attivamente.

 

VASI

Abbastanza profondi, io uso vasi quadrati 10x10x12.

 

SUBSTRATO

Utilizzo 60% di torba di sfagno, 30% di sabbia silicea a grana media, 10% tra perlite e lapillo lavico.

 

 

ESTATE

Le picciolate vegetano a grandi linee da metà primavera a metà autunno. Va garantito caldo e umidità. Io tengo le piante all’esterno in una teca di plexiglass semi chiusa (così da avere un buon tasso di umidità), in posizione tale da garantire qualche ora di sole diretto nella prima mattinata (da non spaventarsi se all’interno del terrario la temperatura sale molto, anche sui 50°C; se le piante sono in piena vegetazione gradiscono molto il caldo intenso). Per quanto riguarda le annaffiature, in estate io tengo costantemente acqua nel sottovaso e annaffio qualche volta dall’alto (c’e’ chi preferisce annaffiare sempre dall’alto).

 

AUTUNNO

Le piante cominciano a rallentare la crescita e a produrre foglie sempre più piccole. A quel punto bisogna togliere acqua dal sottovaso e ridurre anche l’acqua dall’alto.

 

INVERNO

Verso metà novembre o comunque quando le temperature notturne scendono sotto i 10-12°C e le piante danno segno di voler entrare in riposo, metto i vasi in casa all’interno di un terrario semichiuso a circa 10 cm da neon growlux e\o lifeglow accesi per circa 12 ore al giorno. All’interno del terrario metto anche una ventola da computer che si accende di giorno per 15 minuti ogni ora. Annaffio sempre più di rado fino a dare nel mese di gennaio poca acqua solo ogni 10 giorni; da quel momento e fino a marzo poca acqua ogni tre settimane.

Molti mantengono comunque il terreno sempre appena umido. Alcuni in questo periodo vaporizzano le piante, ma io lo scorso anno dopo una vaporizzazione (forse troppo intensa?) ho perso un paio di piante che si sono coperte di muffe nel giro di un giorno, e quindi ho deciso di non riprovarci. Comunque il riposo puo’ essere piu’ o meno lungo a seconda non solo delle condizioni che diamo alle nostre piante ma anche in realzione alla specie (ad. esempio falconeri e caduca hanno mediamente riposi piu’ lunghi rispetto ad esempio a broomensis, fulva). Comunque se si notano segni di risveglio bisogna far riprendere alla pianta la vegetazione aumentando acqua e temperatura.

 

PRIMAVERA

Il momento del risveglio non e’ semplice. All’inizio della primavera metto il ternario di fronte ad una finestra dove le piante possono ricevere qualche ora di sole diretto ed inizio ad aumentare leggermente l’intensità delle annaffiature. L’importante e’ essere graduali, sia nel riaumentare la frequenza e l’intensità delle annaffiature, sia nel riportare le piante al sole all’esterno.

 

RIPRODUZIONE

Le 13 specie perenni non sono autofertili quindi bisogna avere due cloni diversi per poter avere dei semi. La talea di foglia funziona anche se non troppo facilmente. Io stacco le foglie piu’ vicino possibile alla base del picciolo, le metto in una bustina di plastica riempita di acqua distillata in un luogo luminoso e incrocio le dita. Se tutto va bene in un mesetto si potrebbero avere delle nuove plantule. Per le specie “pelose” la percentuale di successo è minore.